No Amato No!

Sommessamente, e nel mio piccolo di uno che ha aperto il blog dal 2002 (e non ha mai smesso di dirlo) grido: no Amato no! Il dottor sottile di Bettino Craxi è uno dei principali responsabili dell’attuale coma italiano. Colui che consigliava e gestiva lo schifo craxian-socialista, alleato a quello andreottiano, che portarono il debito pubblico italiano al 120% del Pil.

Salvo a ergersi, quando nel 1992 il paese era di fatto fallito (e Craxi cacciato a pedate e monetine ad Hammamet) a risanatore, con la facile imposizione di tasse e prelievi.

Giuliano Amato è stato poi uomo di D’Alema, degli inciuci, delle tante truffe ripetute. Boss del Monte Dei Paschi. Pubblicamente finto integerrimo, in realtà protagonista della peggiore sinistra. No, una presidenza Amato sarebbe la cifra del coma profondo, e terminale, di questo paese. Che non lo merita.

P.s. Fate una semplice equazione, al di là delle logge massoniche di appartenenza. Amato è un vecchio craxiano. Berlusconi pure, dovette a Bettino la sua fortuna televisiva. Le conseguenze, tra compari…..altri sette anni di inciucio, di corruzione, di acquiescenza all’illegalità. Fino alla repubblica delle Banane. No, basta.

Posted in home | 2 Comments

Finale di mandato

Che brutto finale di mandato, caro Presidente. Prima la nomina dei cosiddetti saggi, con il risultato di trasferire al successore l’ardua scelta di un possibile capo di Governo. Poi i riferimenti, nemmeno troppo velati, alla necessaria alleanza tra Pd e Berlusconi. E infine questa battutina sui “moralizzatori fanatici” che distruggono la politica.

Ne avessimo avuti al governo di questi moralizzatori fanatici, li avessimo avuti all’Unipol, al Monte dei Paschi, nella Napoli di Bassolino e in tanti altri posti dove il Pd ha governato. Ne avessimo avuti quando c’era da decidere sull’eleggibilità di Berlusconi, sui conflitti di interesse….

Abbiamo invece avuto sostenitori di inciuci a ripetizione. E oggi l’Italia sta morendo.

La saluto quindi, Presidente. Sperando vivamente che il suo successore appartenga, il più possibile, al genere moralizzatore da lei tanto temuto e vituperato.

Posted in home | Comments Off

Grillo, il congelato

C’è un buco nero che salta agli occhi leggendo i post sul blog di Beppe Grillo. Fateci caso, ma non c’è la crisi. C’è la guerra dei buoni contro i cattivi, c’è la palingenesi a cinque stelle, c’è il mitico reddito di cittadinanza, ma non c’è la crisi.

C’è, intorno ai post, nei bottoni su qualche libro o post passato.  Ma, chiusa la campagna elettorale, la crisi italiana non è più l’oggetto chiave di comunicazione del blog di Grillo. Ne ha preso il posto il M5s. Il “suo” movimento.

Non c’è la crisi e non c’è l’Italia che boccheggia e chiede interventi. Non ci sono i cassaintegrati, i disoccupati a cui si devono risposte immediate. Non c’è il rischio finanziario e il debito di un paese dato troppo frettolosamente per fallito. Non c’è politica di governo.

Ci sono i soliti nemici: i politici, il fisco, i corrotti, le banche…

Non c’è altro, nel blog,  che una prospettiva politica di opposizione. Facile, comoda, fantasiosa. Insultante quando serve.E chiunque voglia forzarla, dall’interno o dall’esterno al movimento 5 stelle, viene bollato come eretico.

Purtroppo però la creatura di Grillo e Casaleggio ha preso troppi voti per permettersi il lusso di una asettica e divertente opposizione. Oggi rischia di ballare sulle macerie di un intero paese.

Certo, può costringere il Pd di nuovo a un accordo contro natura, con l’eccelso Bunga Bunga. Può spingerlo a stritolarsi alla prossima tornata elettorale. Può provarci, ma è prevedibile che finisca anche Grillo nell’abbraccio mortale.

Oppure può semplicemente restare sull’Aventino, limitandosi a qualche disegno di legge parlamentare, mentre Pd e Pdl sono forzati a concordare un Presidente della Repubblica al ribasso, chessò una Finocchiato o (Dio non voglia) il massone Mps Amato.

Insomma, un Grillo congelato e che congela i suoi, forse nel freezer Casaleggio & Associati.

il 25% di italiani, un votante su quattro, vuole questo? Un movimento duro e puro, magari in perfetta linea con i totalizzanti scenari galattici di Gianroberto, ma assolutamente inutile per l’Italia? Assolutamente inutile per loro, i votanti?

E allora? Se il governo è un tabù assoluto per il M5s non lo siano l’elezione del presidente della Repubblica e i lavori parlamentari.

E il primo significa, detto in chiaro, Romano Prodi. Uomo capace di garantirci (come non è stato il predecessore) dal berlusconismo. Uomo capace di rappresentarci in Europa. E di presiedere un fase nuova.

E il secondo, il Parlamento operativo (con le sue commissioni) ha senso pieno solo con maggioranze e opposizioni formate in Parlamento. Altrimenti vanno riscritte tutte le prassi parlamentari.  Ma questo è anche fattibile.

Va ripensato un Parlamento fatto di tre minoranze all’incirca uguali. Vanno ripensate assegnazioni di cariche, procedure, organi decisionali. E’ utile, perchè nonostante si dica che si andrà a votare tra poco, nel frattempo così si può fare molto, per gli italiani in crisi.

Si può pensare a un governo del Presidente, oppure Bersani, di minoranza, fino alla fine di questa breve legislatura. Si può valutarne la durata,  fregandosene delle pressioni di Berlusconi e delle impazienze di Renzi, in base al lavoro parlamentare. Fatto un buon pezzo di lavoro si può tornare alle urne con una legge decente a doppio turno.

Fatto un buon pezzo di lavoro….eh Grillo?

 

Posted in home | Comments Off

Repubblica parlamentare? Perchè no

 

L’idea di Grillo di ripartire dal parlamento, per i provvedimenti più urgenti (piccole imprese,  legge elettorale…) è abbastanza affascinante. Noi non abbiamo mai avuto una Repubblica parlamentare in senso proprio, ma una Repubblica partitica fin troppo. Una tendenza scaduta in patologia dagli anni di Craxi e Andreotti, e degemerata nel mostruoso debito pubblico che ci ha ammazzato fin dalla seconda metà degli anni 80. e poi abbimo avuto ripetuti tentativi di presidenzialismo, regolarmente naufragati nel caos.

Un Parlamento realmente sovrano sarebbe quindi un novità rivoluzionaria. Specie se controllato dai cittadini, organizzati e partecipanti via rete. Quindi l’idea mi piace. Usciamo subito dal balletto sul governo con una roadmap di provvedimenti da mettere in discussione nelle camere.

Il resto, ne sono abbastanza certo, seguirà.

Con un presidente del Consiglio quale, mettiamo, Stefano Rodotà.

Posted in home | Comments Off

M5s, ieri un’occasione perduta

Boldrini, Grasso. Persone così avrebbero dovuto proporle i giovani parlamentari cinque stelle. Invece, per volere di Grillo, si sono rinchiusi in due candidati di facciata, anzi di “movimento” (alias di partito).

Poi, di fronte ai fatti, all’alternativa con Schifani, la lacerazione interna. Non va bene così.

Il difetto è di linea politica. Grillo e Casaleggio non puntano a prendere la guida e dare il tono alla legislatura, con proposte forti e sfidanti sulle altre forze politiche. Non puntano a “fare” politica per aiutare l’Italia in grave crisi. Puntano invece a “sfruttare” la politica di oggi, mettendosi su un trespolo (parte alta delle aule parlamentari, un simbolo chiaro) finchè non crolli tutto. E loro, nei loro calcoli (ahimè forse giusti o forse errati) raggiungere la maggioranza alle prossime elezioni.

Non funziona, a mio parere. Già ieri l’M5s ha offerto una deludente immagine di sè. Nella contesa tra Schifani e Grasso nessun militante onesto del Sud avrebbe avuto dubbi.  E su Boldrini idem. Andavano cavalcate le votazioni, non auto-estraniate.

Gli italiani hanno votato M5s perchè cambi le cose,  perchè le faccia, non perchè si infili in una mummificante chiusura di superiorità o in vaghe promesse di “controllo”. Ancora due o tre di questi spettacoli (magari corredati da grandiose espulsioni di dissidenti) e qui cominceremo a commentare della crisi del movimento di Grillo e Casaleggio.

Posted in home | Comments Off

M5s, una svolta storica?

Da 31.612 iscritti al 30 settembre 2012 a 255.339 al 18 dicembre 2012. Queste cifre, dichiarate da Beppe Grillo in un post sul suo blog danno l’idea del fenomeno Movimento 5 stelle. Si tratta, ovviamente, delle uniche cifre disponibili (non esistono altre fonti, nemmeno sulle pagine dedicate al M5s).

Prendiamole però per buone. Queste cifre ci dicono che il M5s è letteralmente esploso negli scorsi sei mesi, prima con le elezioni regionali siciliane e poi soprattutto con quelle nazionali.

Crescendo di otto volte in novanta giorni.

Non credo si sia mai visto un fenomeno del genere nella storia politica italiana. In tre mesi l’M5s si è incrementato da una piccola dimensione da Idv o Sel a quella grande di un Pd (800mila iscritti, quest’ultimo, ma dichiarati all’ultima campagna di tesseramento del 2009).

Ad oggi è lecito pensare che l’M5s già veleggi oltre i 300mila iscritti. Prontamente chiamati, qualche giorno fa, in assemblee di “accoglienza” per illustrare l’attività dei gruppi locali e offrire loro spazi di attivismo politico sul campo.

Da dove vengono questi iscritti? I siti “ufficiali” non danno informazioni. Ma possiamo usare, come proxy, le indagini elettorali (le migliori) fatte dall’Ipsos di Pagnoncelli.

L’Ipsos stima, sugli 8,7milioni di voti presi da M5s, che un 31% provenga  da elettorato proveniente dall’ex Casa delle Libertà (PDL + Lega Nord), il 24% da elettorato di PD e IDV (nel primo caso moltissimi delusi dalle primarie Pd in cui Renzi è stato fatto perdere) , da un 36% di elettori che nel 2008 avevano votato liste minori oppure si erano astenuti, oltre che da elettori giovani (18-22enni) al loro primo appuntamento di voto politico.

Gli elettori M5s , infatti, coprono il 64% degli elettori italiani 2013 nella fascia fra 18 e 34 anni. Per confronto il Pd copre il 69% nella fascia da 55 anni a 65 e oltre.

Il titolo di studi prevalente è la laurea o il diploma.

Identikit essenziale, quindi : L’M5s è un movimento appena nato,  per almeno sette ottavi composto di neo-iscritti, attratti e mobilitati dallo Tsunami Tour di Grillo. Questi neo-attivisti sono oggi in fase di entrata nelle community locali (Meetup) e hanno (quando anche ce l’hanno, essendo per lo più giovani) provenienze politiche diverse: un terzo dal centrodestra (piccoli imprenditori, artigiani, lavoratori autonomi…), un terzo da area Pd (tecnici, neoalureati, professionisti, operai) e un terzo semplicemente giovani studenti preoccupati dal loro futuro.

Che cosa li accomuna e che cosa li divide?

Leggendo i commenti al blog di Grillo e girando sui meetup risalta una frase: “mettiamoci al lavoro per ricostruire il paese”. Senza sconti per nessuno. Sono “Costitutenti”.

Vogliono risultati, perchè la crisi morde. E vogliono risultati a breve. Non solo contro la casta, ma anche per sè, famiglia, azienda….

Gli imprenditori e i lavoratori autonomi, soprattutto i delusi da Berlusconi e Bossi, vogliono un clima fiscale meno oppressivo, e una pubblica amministrazione più agile, che funzioni e paghi. I professionisti un ambiente di legalità, i giovani una prospettiva nella ricerca, nel lavoro qualificato e nelle nuove imprese. Per non emigrare.

Il movimento 5 stelle di oggi risponde a queste aspettative? In gran parte no.  Il 5 stelle che è entrato in Parlamento, come programmi e cultura, è ancora quello della prima metà del 2012, prima dell’esplosione.

E’ un movimento stratificatosi nel tempo: in parte No Tav, in parte ecologista radicale (decrescita felice), in gran parte  legalitario e anti-casta. Con aggiunta di ricette economiche fortemente keynesiane.

Ma questa impostazione oggi funziona? Coincide solo in parte con gli 8milioni di “incazzati qualificati” che esprimono esigenze che vanno ben oltre il “costruito” negli anni iniziali dal 5stelle.

Per esempio il M5s non ha misure urgenti e strategie per contrastare la piaga italiota della burocrazia inamovibile e del vietnam di leggi e leggine. Salvo la “solita” abolizione delle Province.

Dice poco su un sistema della Giustizia, soprattutto civile, lasciato marcire da Berlusconi e che consente a me, marito, di uccidere mia moglie (e viceversa) senza finire in galera a vita. Pagando un buon avvocato di cavilli.

Dice poco sulla ricerca, sulle traiettorie scientifiche e tecnologiche che potremmo cavalcare (fotonica, robotica, micromeccanica, materiali, farmaci mirati) per generare imprese e quindi ripagarci nuovi investimenti in ricerca.

Qui credo sia la vera sfida politica per il movimento. Acquisire una cultura sua. Una sfida non solo per Grillo e Casaleggio.

Personalmente faccio il tifo per questi 300mila in cui, in gran parte, mi riconosco. Da blogger che ha cominciato nel 2002 ad alzare la voce.

E dò un messaggio ai neo-palamentari M5s. Studiatevi con cura, organizzati, le vostre nuove costituency. Attivatele lungo linee guida programmatiche effettive, radicali ma realistiche, senza rinchiudervi nelle sole ortodossie del passato. Eseguite, portate risultati (anche insieme al Pd).

In questo modo consoliderete un movimento di giovani qualificati quale non si è mai visto in passato, tanto impetuoso, nella storia d’Italia.

 

Posted in home | Comments Off

Le ragioni di Bersani

Se facciamo aggio  sull’anno “eccezionale” del Governo Monti, il Pd non è al governo fin da quell’8 maggio 2008 in cui il governo Prodi, già dotato di una risicatissima maggioranza al Senato, fu fatto cadere nel modo in cui ha testimoniato De Gregorio agli inquirenti di Napoli.

Lo stesso governo Prodi nacque da elezioni “strane”, con accuse di brogli ancora non chiarite.

Insomma: un imprevisto “quasi pareggio” con Berlusconi e poi la mazzata finale di De Gregorio. Cornuti e mazziati, fase uno.

Nonostante questo Tommaso Padoa Schioppa riesce quasi a riportare sotto il 100% di il debito pubblico italiano in proporzione al Pil. Lo avessimo ora potremmo stare tranquilli e far ripartire l’economia con 50 miliardi di incentivi e sussidi per almeno due anni.

Dal 2008 al 2011 governa Berlusconi. Alla fine, sotto il peso del discredito europeo concede il micidiale anticipo di un anno dell’obbiettivo di pareggio di bilancio. Poi si dimette sotto la bufera finanziaria e Monti (richiesto da Napolitano) crea un governo di emergenza (sostenuto anche dal Pd) che necessariamente deve attuare una politica di pesante austerità, fino agli effetti automoltiplicativi negativi che purtroppo viviamo oggi.

Berlsuconi porta il debito dal 2008 al 120% del pil, autorizza la folle anticipazione del pareggio, Monti è costretto ad attuarla e…..le colpe oggi ricadono sul Pd. Cornuti e mazziati fase due.

Nei dodici masi di Monti si tenta la riforma elettorale. Il Pd in minoranza si batte ma è il centrodestra di fatto a mantenere il Porcellum. E così per la legge anticorruzione, su cui il Pdl fa le barricate. Oggi sono fallimenti ascritti al Pd. Cornuti e mazziati fase tre.

Potrei tediare ancora su queste vicende. “il Conque stelle non si alleerà mai con chi ha distrutto l’Italia”, dice Grillo.  Sbagliando. Il Pd ha tanti difetti, (cordate interne, interessi anche occulti, arroganza….) ma non è affatto “chi ha distrutto l’Italia”.

Anzi, sarebbe bene che, finalmente potesse governare in condizioni decenti (senza l’incubo di Berlusconi) e possibilmente stimolato da soggetti nuovi, ancorati alla realtà del paese.

Temo che altrimenti i cornuti e mazziati saremo alla fine noi.

Posted in home | Comments Off

Le ragioni di Grillo

Quando Grillo sostiene che se crollasse il Movimento cinque stelle vi sarebbe violenza per le strade forse non ha torto.

Una conferma, da fonte indipendente, avversa e non sospetta, viene da qui.

Quella di Grillo è una strategia diversiva. Serve a spingere l’«indignazione», tanto celebrata nelle acampade spagnole o negli occupy americani, lontano dalle piazze italiane. Più la crisi diventa feroce e più le scariche di risentimento vengono fatte confluire in un comodo format, quello del blog del Capo dei Cinque Stelle che solletica il giustizialismo giacobino contro la «casta» e le sue maschere.

Non entro nel merito delle tesi radicali dei Wu Ming. Mi limito ad osservare che la tenuta e la credibilità del 5Stelle è oggi questione vitale, in questa crisi acuta che l’Italia sta attraversando. E che, stante il marasma in cui versano le altre parti politiche, il successo programmatico e di risultati di questo movimento composto da giovani è probabilmente la miglior cosa augurabile oggi.

Per questo ha senso aiutarlo ad acquisire e consolidare cultura di governo e risultati. Senza snaturarne il carattere.

Già ora questo movimento comincia a esercitare (e finalmente) un chiaro e sensibile ruolo competitivo sull’offerta politica. Il prossimo esempio, eclatante, saranno con ogni probabilità le imminenti elezioni del Sindaco di Roma. La sirena d’allarme suona acuta nei palazzi.

Ma non è (e si spera non sia) un allarme di guerra per l’Italia.

Posted in home | Comments Off

Un governo provvisorio (ma poi nemmeno tanto)

Oggi il Fatto Quotidiano offre la soluzione del rebus. Bersani si installerà a Palazzo Chigi con un governo di minoranza, subito dimissionario, ma in carica per gli affari correnti fino all’elezione del Presidente della Repubblica e poi, forse, di un secondo tentativo con M5s e infine di elezioni anticipate. Ma intanto con primarie fatte e Matteo Renzi in campo (forse a capo di una nuova coalizione Pd-Monti).

Questo “governo provvisorio” potrebbe durare anche 10 mesi, fino a ottobre. E lavorare e far lavorare sopratutto in Parlamento. Su disegni di legge derivati dagli otto punti (volutamente generici) illustrati da Bersani. Sperabilmente trovando le convergenze con i grillini.

Facendo leva su una squadra di governo (si dice ristretta) di nomi non di partito, ma accettabili all’interlocutore. E se questa collaborazione darà frutti forse non vi sarà necessità di un rapido ricorso alle urne.

Bersani, inoltre, in questo iter può ragionevolmente pensare di tenere unito il Pd fino e dopo il congresso. E le conseguenti primarie, in caso di voto. Quindi un governo provvisorio ma anche salva Pd.

Il Pd di Bersani è oggi una macchina “stile-Pci” piuttosto pesante (qualche cifra, recentissima, qui). Copre il Palazzo, il territorio ma non copre la rete. Il suo apparato è il frutto dei generosi rimborsi elettorali degli scorsi anni, investiti nella struttura. E il maggiore punto di frizione con l’M5s (ma anche con Renzi) sta appunto nell’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. Bersani vuole solo una rimodulazione, per i motivi detti sopra.

Il M5s non ne ha alcun bisogno. Esce dalla trionfale campagna elettorale, dallo Tsunami Tour di Grillo  con oltre 250mila iscritti (dicembre 2012) dai 35mila certificati per le parlamentarie M5s nel settembre. Quindi la campagna elettorale e lo Tsunami Tour hanno moltiplicato  per sette le adesioni. Su una forma organizzativa a bassissimo costo. Si consideri che Sel ha meno di 45mila iscritti, per confronto. E il Pd circa 800mila. Parliamo quindi di un movimento che costa poco ma che ha dimensioni di massa di tutto rispetto (e se continuerà a crescere di primario rilievo).

Si sta avverando la previsione, quindi, sulla politica 2.0. Piacciano o meno Grillo e Casaleggio.

Il sottoscritto lo ha capito dal 1994, quando partecipò all’avvio della rete civica milanese (Rcm). Che ospitava divertenti conferenze dell’Ulivo, Lega Nord, persino di Forza Italia (ma non dei Ds).

L’argomento del Pd secondo cui il finanziamento pubblico ai partiti serve perchè così consente  l’accesso alla politica anche per chi non è miliardario francamente non regge, alla luce delle cifre sommariamente indicate sopra. Il M5s (e vediamo i suoi neo parlamentari) non è certo fatto di ricconi. E non ha affatto bisogno, per crescere e eleggerli, di faraonici rimborsi elettorali.

Renzi credo abbia capito, e letto Marco Revelli, sulla fine di un certo modo di fare partiti e movimenti politici. I nipotini di D’Alema (i cosiddetti “giovani turchi” del Pd) temo di no.

Questo contrasto strutturale, per nulla solo di principio, credo porterà alle elezioni anticipate. Il governo provvisorio di Bersani sarà in qualche modo utile per superare le scadenze istituzionali delle prossime settimane. E forse per fare qualcosa di buono per l’Italia (finirla con gli F35, forse con la Tav, mettere in campo un po’ di welfare anche per i non garantiti, non far crollare l’immagine italiana in Europa….).

Ma sarà nel complesso un’operazione tattica. La vera sfida verrà dopo, spero tra Renzi e Grillo. E sarà giocata, spero ancora, sul terreno della realtà e dei progetti possibili.

 

Posted in home | 2 Comments

Mettiamo Grillo alla prova

Francamente io raccoglierei la sua sfida. Beppe Grillo fa satira politica, e quindi fa politica, da trent’anni, ma non si è mai preso una responsabilità politica.

E’ ora che succeda. Che partecipi o persino guidi un governo a 5 Stelle, come lui e il suo movimento chiedono. Parliamone. Che indichi a Napolitano i suoi punti programmatici, le sue linee d’azione, di fronte alla crisi verticale e alla crisi politica. Mettiamolo alla prova. Se farà bene ne avrà vantaggio l’Italia. Altrimenti si andrà a giudicarlo, con prevedibili e ripetute elezioni. E si sgonfierà.

Non i partiti lo giudicheranno. Ma la nazione italiana.

Posted in home | Comments Off