Boldrini, Grasso. Persone così avrebbero dovuto proporle i giovani parlamentari cinque stelle. Invece, per volere di Grillo, si sono rinchiusi in due candidati di facciata, anzi di “movimento” (alias di partito).
Poi, di fronte ai fatti, all’alternativa con Schifani, la lacerazione interna. Non va bene così.
Il difetto è di linea politica. Grillo e Casaleggio non puntano a prendere la guida e dare il tono alla legislatura, con proposte forti e sfidanti sulle altre forze politiche. Non puntano a “fare” politica per aiutare l’Italia in grave crisi. Puntano invece a “sfruttare” la politica di oggi, mettendosi su un trespolo (parte alta delle aule parlamentari, un simbolo chiaro) finchè non crolli tutto. E loro, nei loro calcoli (ahimè forse giusti o forse errati) raggiungere la maggioranza alle prossime elezioni.
Non funziona, a mio parere. Già ieri l’M5s ha offerto una deludente immagine di sè. Nella contesa tra Schifani e Grasso nessun militante onesto del Sud avrebbe avuto dubbi. E su Boldrini idem. Andavano cavalcate le votazioni, non auto-estraniate.
Gli italiani hanno votato M5s perchè cambi le cose, perchè le faccia, non perchè si infili in una mummificante chiusura di superiorità o in vaghe promesse di “controllo”. Ancora due o tre di questi spettacoli (magari corredati da grandiose espulsioni di dissidenti) e qui cominceremo a commentare della crisi del movimento di Grillo e Casaleggio.