Quattro stelle

Abbiamo atteso per anni un portale che consentisse di votare programma e candidati. Ci ritroviamo invece in un Movimento che, in nome di uno straordinario risultato elettorale, calpesta i più basilari principi democratici, diramando comunicati politici pensati da una manciata di persone sconosciute. Un Movimento definito come “senza leader” che scopre oggi di avere un “capo politico”, che delegittima ed umilia persone che hanno dedicato anima e corpo ad un progetto in cui si identificavano. Un Movimento che trascura qualsiasi progetto formativo, che possa elevare le competenze di cittadini ed eletti, che lascia libertà di azione sul territorio, ai limiti dell’anarchia, ma colpisce presunte ingerenze nelle scelte nazionali. Un Movimento che allontana le persone che si dimostrarono preziose nella costruzione del M5S quando aveva zero elettori, ma ora, raggiunti i numeri elettorali, diventano superflue per parlare alla pancia degli italiani. Come pensano Grillo e Casaleggio di utilizzare i voti chiesti per cambiare il paese, se al tempo stesso non agiscono coerentemente per far crescere confronto delle idee, competenza, capacità progettuale e trasparenza? A che serve mandare a casa la casta, se non sapremo dare risposte giuste ai problemi del paese, obbiettivo che richiede scelte condivise? Dimostrato che non v’è interesse per lo sviluppo e la crescita del collettivo, né per la creazione di un programma nazionale adeguato, discusso e condiviso (infatti è congelato da tre anni), neppure per promuovere a livello nazionale consultazione e democrazia diretta per la definizione delle regole che sono di tutti, ed infine che non v’è trasparenza e possibilità di controllo da parte della rete nella gestione delle informazioni relative al portale, qual è l’obiettivo ultimo di Casaleggio?

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La critica puntuale al “porcellum” di Beppe Grillo viene da Valentino Tavolazzi, espulso con tutta la sua lista ferrarese dall’accesso al marchio ufficiale del 5 stelle. Tavolazzi, insieme a Favia, Salsi e altri forma l’area dei “dissidenti” nel movimento.

Inutile dire che quanto lui afferma (lettura consigliata) è di importanza cruciale per l’entrata piena in politica di una nuova generazione, per il cambiamento del sistema, per l’Italia.

 

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