Ieri sera ho ascoltato l’alto pensiero di Beppe Grillo, guru del movimento cinque stelle, sull’Italia ormai fallita, fottuta, morta. L’ho ascoltato, dall’alto della sua pedana del tir da tour, dire che non è il caso di comprare titoli di stato italiani, che bisogna mollare l’Euro e con esso l’Europa.
Messaggi eloquenti, dal guru di un movimento a cui si accredita una rapida crescita di consensi elettorali.
Stanno proprio così le cose, cari Grillo & Casaleggio?
Consiglio a Grillo un’attenta lettura di questo articolo di Alessandro Plateroti, che di finanza e speculazione un po’ se ne intende.
Prendiamo il caso delle banche americane e del loro comportamento speculativo nei confronti dei titoli di Stato europei: ebbene, se le nuove norme approvate dal Parlamento europeo sulla vendita allo scoperto dei Credit default swap sui titoli sovrani avessero già dei regolamenti attuativi, Morgan Stanley e le altre banche Usa non avrebbero potuto speculare su Bonos e BTp. Per avere quei regolamenti bisognerà attendere ancora a lungo: alla luce del ritardo nelle consultazioni, l’obiettivo di fine 2012, sostengono già gli operatori, non potrà mai essere rispettato.
E così la bolla torna a gonfiarsi: i derivati finanziari Over the counter (Otc), cioè quelli negoziati fuori dai mercati regolamentati e tenuti fuori bilancio, nel primo semestre del 2011 sono aumentati in modo stratosferico. Il valore nozionale totale ha raggiunto 708 trilioni di dollari con un aumento del 18% rispetto ai livelli calcolati a fine dicembre 2010! In sei mesi, quindi, le operazioni in derivati sono aumentate di 107 trilioni, cioè di 107.000 miliardi di dollari: invece di mettere un freno al mercato, sono stati superati tutti i record. E si ricordi che alla vigilia della grande crisi, a giugno 2008, il totale Otc aveva raggiunto la vetta di 673 trilioni di dollari.
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Nb: 708 trilioni di dollari equivalgono a oltre 10 volte il Pil mondiale.
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Dall’articolo di Plateroti si evince che un pugno di grandi speculatori internazionali, con sede a Wall Street, stanno facendo il bello e cattivo tempo, con un mostruoso mercato di derivati sui nostri titoli di stato, in assenza di qualsiasi regolazione europea. Che, guarda caso, è stata proposta ma è frenata (da qualche lobby, putacaso anglosassone e soggetta a Wall Street e alla City?).
È chiaro che questa nuova ondata speculativa – e il ritardo nelle regole – è una manna per gli operatori e gli speculatori della City e di Wall Street. Che nel ritardo delle regole, hanno accelerato il loro processo di concentrazione e di controllo del potere finanziario. Se nel 2009 le cinque maggiori banche americane detenevano l’80% di tutti i derivati emessi negli Usa, oggi 4 banche (JP Morgan Chase, Citigroup, Bank of America e Goldman Sachs), ne detengono il 94% del totale.
Proprio l’Europa che ci impone manovre pesanti poi non sa proteggerci dai mammasantissima di mercati finanziari ormai da rapina. Di cui siamo ormai palesemente vittime designate.
Allora, alla luce di quello che dice, cifre alla mano, Plateroti sarebbe necessario l’esatto opposto di quello che dice Grillo.
Isolarsi dall’Europa, uscendo dall’Euro, come lui sostiene (e purtroppo non è il solo) equivarrebbe al suicidio. A una devastante depressione, pagata in primis dalle giovani generazioni. Il punto è opposto: stare attivamente in Europa e di qui nel G20 per ottenere una regolazione dei mercati finanziari, autentiche bombe speculative (si vedano le cifre) che minacciano tutti, oggi paesi europei “deboli”, domani anche “forti” (si vedano i timori sulla Francia e ora persino Olanda).
Intensificare la nostra azione in Europa per ottenere regole finanziarie decenti, quindi. Andare alla guerra aperta con le lobby dei derivati. E prendere atto che il 90% del nostro problema non è industriale ma è finanziario, come facile target della speculazione, e che non siamo affatto falliti.
Siamo solo vittime accuratamente disarmate di una banda di vampiri. E chi distorce questa verità, a suo uso e consumo politico, ha gli stessi identici canini.
In definitiva: Beppe Grillo aiuta, con le sue tesi ignoranti sull’Italia fallita e sull’uscita dall’Europa, a generare un clima politico e culturale di depressione utile al nostro spolpamento. Lui, Casaleggio e tutto il suo movimento 5 stelle (a meno di una radicale correzione di rotta) hanno pertanto sulla coscienza chi oggi crolla e si suicida.
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