Renzi, invece, sta abolendo la scuola pubblica. Ma la grande riforma no. Quella vera no.
L’abolizione di un debito pubblico trentennale, che ci fa strisciare come vermi sotto il suo peso.
Ergo: Renzi non serve a niente.
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Dice il direttore del Sole 24 Ore:
Bisogna prendere atto che il debito greco è carta, solo carta, e il futuro della Grecia non dipende di certo da un punto in più o in meno di aliquota Iva, da finzione su finzione, tra un accordo e l’altro, ma dalla ripresa degli investimenti e dalla capacità di cambiare dei cittadini greci e della loro macchina pubblica.
L’Europa, piuttosto, colga l’occasione per correggere i suoi peccati di omissione, l’eccesso di zelo rigorista e per sanare gli errori evidenti. E compia, finalmente, scelte politicamente coraggiose che dimostrino di avere ritrovato lo spirito solidaristico:
- si prenda una delle tante proposte formulate, alcune anche dai think tank più illuminati in Germania, e si vari un Fondo unico che raccolga gli “eccessi” nazionali di debito pubblico (rispetto al tetto del 60% del pil, uno degli errori iniziali) e si misurino le virtù dei singoli Paesi, liberati da fardelli insostenibili durante la più lunga e strutturale delle crisi mondiali;
- ci si impegni tutti, di comune accordo, a rispettare vincoli ragionevoli nei conti pubblici e nei conti con l’estero per contenere ragionevolmente gli squilibri;
- si somministri una cura da cavallo di eurobond innovativi e di project bond che faccia ripartire le economie più deboli con investimenti materiali e immateriali sani, infrastrutturali, di lungo termine;
- si dimostri, con i fatti, che non esiste l’Unione del Nord Europa ma di tutta l’Europa sui terreni geopolitici decisivi del terrorismo e dell’immigrazione, qui si formeranno e misureranno l’anima e il corpo del nuovo cittadino europeo per l’oggi e per il domani.
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Renzi, Padoan, sveglia!