L’Italia fu normalizzata dal 1981 grazie a un debito pubblico artificiale (finanziario) progressivamente costruito su di noi come un macigno. Un capolavoro dei conservatori anticomunisti. Da allora siamo un paese semi-fallito (vedi 1992), in preda alla paura del futuro, allineato servilmente ad ogni potente di turno. Da allora non abbiamo sovranità, e la lunga teoria di governi succedutisi a Giuliano Amato (con l’eccezione sola di Tommaso Padoa Schioppa che, dentro la Banca d’Italia, sapeva) non ha fatto che inchinarsi ai distruttori di turno.
Da allora l’Italia non ha avuto una, una sola, manovra reflattiva, ma si è sostenuta sul duro lavoro delle sue imprese e lavoratori. Il governo ha prodotto tasse (e evasione), ha contrastato, più o meno, l’insorgente e inevitabile criminalità organizzata, ha dovuto reggere i multipli circoli viziosi generati da uno stato paralizzato, da una finanza pubblica sempre nemica dei cittadini.
E questo nonostante che i cittadini italiani, le pecore, abbiano pagato con i loro soldi, il loro lavoro, oltre due volte il debito pubbico del 1981. Ma gli interessi moltiplicati dalla finanza interna e internazionale, complici i due personaggi di destra (vera destra) che avviarono nel 1981 il divorzio tra Tesoro e Banca d’Italia, ci tengono tuttora sotto il loro tallone. Nessuno ha voluto controllare la crescita di quegli interessi, che ci hanno progressivamente strozzato.
Ed è incredibile. Uno dei due artefici di questa mostruosa normalizzazione è persino diventato un campione della sinistra istituzionale italiana. Un simbolo di eccelsa rettitudine, di europeismo, di risorgimentalità. Fino alla massima carica dello Stato.
Però…
Noi italiani, dal 1981, siamo schiavi. Di lorsignori. Il debito artificiale ha trasferito la nostra ricchezza, il nostro lavoro, a pochi ricchi, interni e esteri (bot people è stato chiamato) . Il debito artificiale ci ha impedito di investire per dare lavoro ai nostri figli. Ci ha tenuto sotto costante paura. Ha diffuso furbizie. Ha peggiorato, e di tanto, l’Italia.
Non lasciamo che anche i fratelli greci seguano la nostra via crucis. Il loro debito è come il nostro. Contratto verso banche consenzienti da parte di una classe dirigente corrotta e di governi peggio. E poi illegalmente consolidato in debito pubblico.
Rompiamo questa supposta eterna maledizione del debito, vigente in Europa per chi è più debole. Un debito illegale greco, ma anche nostro e spagnolo, portoghese, irlandese, francese. Ridiamo futuro al continente, al posto dove viviamo.
Spacchiamo il vero macigno.