Grillo dice: votate per me e non per Tsipras. Abbiamo le stesse idee, ma qui in Italia contiamo noi. E’ vero?.
Sono convinto, e da tanti anni, che il vero macigno che grava sulle spalle dell’Italia sia il suo debito pubblico. Con un carico di interessi da pagare (80 miliardi nel 2013), anno dopo anno, che erode lo stato sociale, amplifica la pressione fiscale e finisce per autoalimentare il debito stesso. Un autentico circolo infernale. Opprimente soprattutto oggi, in un’Italia impoverita dalla più grande recessione dal dopoguerra.
Oggi, alle elezioni europee, si presentano due forze che, nei loro programmi e dichiarazioni, dicono di voler affrontare la questione debito pubblico. Il movimento Cinque stelle e la lista Tsipras. Va dato merito ad ambedue di aver messo al centro del loro programma europeo lo smantellamento del “macigno” che ci sta schiacciando.
Beppe Grillo, di sicuro portavoce autorevole del 5 stelle, nel corso della sua intevista alla 7 con Mentana, ha spiegato cosa il movimento propone per le europee. Primo, ottenere una netta e eloquente vittoria elettorale, con almeno 25 europarlamentari eletti. Secondo: su questa base di forza andare a un trattativa “forte” con i poteri che contano in Europa (non solo la Commissione, ma presumo la Bce e soprattutto la Merkel) . E in questa sede ottenere un drastico alleggerimento del debito, in termini di cancellazione, ripudio unilaterale o quant’altro, di una quota del debito stesso. Mettiamo: un dimezzamento. Il debito fino al 60% sul pil (paramentro massimo del trattato di Maastricht) resta, il restante 70% viene cancellato. E insieme la cancellazione del fiscal compact, il trattato che ci obbliga a un rovinoso rientro dal debito pubblico in 20 anni.
Se questa richiesta non verrà accolta, il 5 stelle indirà il referendum sulla permanenza dell’Italia nell’Euro. E in caso di vittoria dei no sarà l’uscita unilaterale del paese.
Ho riassunto in modo sintetico quello che Grillo ha detto nell’intervista. Aggiungendo che la lista Tsipras ha “idee molto simili” sulla questione debito. Ma che è inutile votare la lista Tsipras italiana, perchè tanto “ci siamo già noi”.
Non è vero. I dieci punti elencati da Tsipras raccontano un progetto un po’ diverso da quello di Grillo.
Spiccano: un piano Marshall europeo per i paesi del Sud Europa, il superamento del fiscal Compact, e soprattutto una conferenza europea sul debito, in cui si trovi tutti assieme una soluzione concordata.
Tsipras ha ampiamente dichiarato che cercherà un’alleanza, su questi punti, con il Partito socialista europeo di Schultz. In modo da raggiungere una maggioranza relativa in grado di attuare le riforme e la grande manovra di rilancio.
Punta alla creazione di un fronte ampio di alleanze, ben oltre le sinistre del sud-Europa. Grillo invece parla di “eventuali” convergenze punto a punto, citando per esempio i verdi tedeschi.
Grillo punta soprattutto sull’aut aut. O ci cancellate il debito o usciamo dall’Euro. Operazione quest’ultima da diversi economisti stimata in un dimezzamento della ricchezza nazionale italiana (con crisi finanziaria e di risparmi distruttiva).
Si tratta di approcci ben diversi. Il primo è un disegno politico strutturato socialista-socialdemocratico, il secondo una sorta di gioco d’azzardo, un proposito emotivo.
Il primo, in un conferenza europea sul debito, potrebbe puntare su un Erp (european redemption pact) una proposta avanzata da un gruppo di economisti tedeschi già nel 2011 per una manovra di mutualizzazione di grandi quote del debito pubblico dei paesi europei eccedenti il 60% del Pil. In cambio gli stessi si impegnerebbero a ridurre il debito residuo, più o meno secondo lo schema del Fiscal Compact.
Per l’Italia un simile schema significherebbe trasferire alla Bce oltre metà del debito, e quindi liberare 30-40 miliardi di spesa di interessi sul bilancio pubblico. Fondi mai visti in Italia dall’infausto 1981 (l’avvio del debito sul mercato), quindi ben sufficienti alla ripresa e anche alla riduzione graduale del debito stesso.
Non solo. Tsipras parla anche di prestiti Bce a tasso minimo per finanziare i debiti, in alternativa. Trovate qui uno scenario di cosa vorrebbe dire per l’Italia.
Un conto quindi è minacciare senza contropartite il tutto e subito e un conto è lavorare con in testa una strategia realizzabile, con alleanze possibili, maggioranze praticabili e soluzioni alternative.
Con interlocutori anche tedeschi e francesi (e ricordiamoci che, dopo i grandi salvataggi bancari del 2009, il debito pubblico in Germania e Francia è oltre l’80% del Pil). Il passaggio controllato a un debito europeo sarebbe quindi nell’interesse di tutti. E molti se ne sono accorti.
Votare Tsipras o Grillo non è quindi affatto la stessa cosa.