Oltre il baratro

 

 

L’Italia, eleggendo Berlusconi e Maroni in Lombardia, si avvierà al disastro? Farà saltare l’Euro, come vogliono ambedue? Si coprirà di un odio e disprezzo che andrà dagli spagnoli ai finlandesi?

La posta in gioco, con queste elezioni, è davvero grossa. Il destino di un paese, appassita dopo 33 anni di governo di malfattori e corrotti.

Irrigidita, per paura di questa gentaglia, in istituti anni 70. Un’Italia invecchiata nei privilegi acquisiti, mentre il 25% dell’economia e del Pil è divenuta corruzione, criminalità organizzata, evasione e lavoro nero.

I due pilastri del baratro sono questi. Quel 25% e i privilegi acquisiti. I malfattori dei terribili 33 anni (Andreotti, Craxi e poi Berlusconi) manco hanno lontanamente pensato a riformare l’Italia. Avevano altri obbiettivi, prevalentemente personali. Per loro sostenere la magistratura contro le mafie era una grana,  una grana far pagare le tasse ad amici ed elettori, una grana scontrarsi con i sindacati, liberalizzare i notai superprotetti, i taxisti, i farmacisti. Una gran enorme rivedere i cinque livelli della pubblica amministrazione, uno sull’altro accatastati inutilmente. Grane, grane, grane. Ma è governare o no?

Nel 2012 il sistema Italia è finalmente destabilizzato. Nulla sarà più come prima di fronte alla grande crisi. E’ un bene, doveva succedere, come tante cassandre (tra cui questo blog, fin dal 2002, tre anni prima di Grillo)  avevano facilmente previsto.

L’Economist vede come unica via d’uscita il duo Monti-Bersani (o Bersani-Monti). Ci metto anche Vendola e il cruciale Ambrosoli.

Vincere in Lombardia è decisivo. Significa impedire un’inutile e dannosa spaccatura dell’Italia in tre regioni del Nord. E sigifica, vincendo, ridurre la Lega Nord a quello che è: un partitino marginale con programmi fantasiosi, sovente fascisti e fuorvianti.

L’Italia di federalismo ne ha fin troppo, infatti (e costoso in termini burocratici) . E fin troppo maltratta i suoi immigrati, essenziali per un paese che invecchia a rotta di collo (a causa delle non-politiche folli dei 33 anni). L’Italia non ha bisogno della Lega. Soprattutto di una Lega dai leader manifestamente corrotti.

Bersani, Monti, Vendola e Ambrosoli? Non basta. Subito dopo le elezioni, subito dopo la vittoria, va aggiunta una seconda gamba per uscire dal baratro. Non sono i leader e il governo ma anche i cittadini partecipanti. Attivamente partecipanti.

Chi scrive lo sta facendo a Milano, con i comitati ex-Pisapia.  Sto collaborando a un giornale dal basso di quartiere, a un gruppo sull’energia e il risparmio energetico, a un sito programmatico aperto.

Potrei fare di più, e tanti come me. E lo farei gratis, anche se mi tagliano la pensione. Perchè conosco il valore dell’investimento sociale, pur operato nel mio piccolo.

Conosco il valore della partecipazione attiva. E del controllo dal basso che dovremo esercitare, grillini compresi, nei prossimi cinque anni. I 33 anni di marcescenza lo esigono a tutti.

Dopo le elezioni, sia questa una prima o seconda (più terribile) tornata, non c’è alternativa. Prepariamoci tutti a una lotta (positiva, per quanto è possibile) per ricostruire l’Italia.

 

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