Caro Ambrosoli, le nostre primarie faranno bene anche a te

E’ bene che anche Umberto Ambrosoli  conosca la storia delle primarie del centrosinistra. Nate dalla rete, da una comunità di attivisti, da una lista politica di discussione.

La Pro-Prodi, una delle prime in assoluto in Italia, avviata da Joy Marino sui server It.net di Genova nel lontano 1996.

Facemmo allora, noi sostenitori dell’Ulivo, il primo meet-up. Prima dei meet-up.

Si discuteva di un Ulivo moderno, contro un sistema di partiti di sinistra vecchio, bolso, e autocratico. Si discuteva di partecipazione. E tra gli oltre 200 aderenti alla lista giravano per la prima volta termini come “Partito democratico” (molto all’americana) e quindi primarie come metodo di selezione della sua classe dirigente.

Nel 2005, con il ritorno di Prodi dalla Commissione europea si pose il problema della sua concorrenza con Rutelli sulla leadership della coalizione. Questo blog (ma anche tanti altri, ex di Pro-Prodi e non) propose l’avvio di primarie pubbliche.

E poco dopo si tennero. Prima fu la volta di quelle,  un po’ sperimentali, pugliesi in cui vinse Vendola. E  poi….tante altre.

Mi spiace quindi, caro Ambrosoli. Le primarie sono nel mio e nostro dna ormai di democratici. Se vuoi sei il benvenuto a correre con Kustermann, Pizzul e altri. Potrai probabilmente vincere pulito. E poi fare tutte le estensioni di coalizione opportune.

Ma, almeno per me, le primarie, questo piccolo pezzo di Italia migliore che abbiamo costruito assieme vengono persino prima di una presidenza lombarda.

Le concepimmo come competizioni aperte, tra esponenti che condividevano un progetto di massima.

Le concepimmo quantomeno per ridimensionare il potere di apparati e nomenklature. E ridare respiro a un mondo in asfissia.

Nel caso lombardo un accordo di vertice tra segretari Pd, Ambrosoli e altri ci farebbe tornare di colpo indietro di vent’anni.

L’opposto esatto di quella che fu la vicenda Pisapia, altro candidato “scomodo” che vinse alle nostre primarie.

Fai anche tu  il candidato “scomodo”, Ambrosoli. Se c’è da attaccare il pc penatiano, il sistema Sesto e altro che ci si tiene in pancia, fallo.

Se c’è persino da modificare il progetto di massima, mettendo un patto civico, per accogliere la tua candidatura (centrista), è ok.

Ma stai dentro questa regola che ci ha evitato la dittatura berlusconiana.

 

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