Forse non se ne è accorto. Ma Gianroberto Casaleggio, il gestore (nascosto) del movimento Cinque Stelle porta oggi una bella responsabilità verso quel 20% di italiani, giovani e non, pronti a votare per le liste con la faccia di Beppe Grillo.
Basta un semplice paragone tra due movimenti simili, coetanei, con culture di fondo quasi identiche. Il partito pirata, nato in Svezia e poi diffusosi in Germania e altri paesi nord-europei sull’onda delle battaglie per l’open source e per la libertà di condivisione in rete. E in Italia il Cinque Stelle.
I pirati, in particolare tedeschi, hanno già avuto un successo elettorale straordinario di rilievo nazionale. Alle ultime elezioni hanno raggiunto l’8% dei voti al Bundestag. E nutrite rappresentanze a Berlino e in altre città del paese.
Come sono riuscitì a questo? Applicando a loro stessi regole chiare, trasparenti, ma non verticistiche. Anzi. Non ci sono registi interni palesi o occulti tra i pirati. C’è invece una sorta di assemblea permanente strutturata che produce intelligenza collettiva, proposte e idee politiche continuamente discusse. E, se votate e approvate, inviate come mandato stretto, inequivocabile, ai propri rappresentanti politici, controllati in tempo reale. Chi di loro viene meno ai mandati viene sanzionato dalla comunità, anche severamente.
Lo strumento che hanno sviluppato, il centro della loro identità politica, si chiama Liquidfeedback. Il loro ideale è infatti la democrazia liquida, senza blocchi rappresentativi al suo interno, e il più possibile immune dalle lobbies e dalle cordate di potere.
Questo strutturarsi su un sistema partecipato di discussione e selezione delle proposte politiche (con deleghe- sempre provvisorie - ai migliori proponenti) e successive votazioni ha portato i pirati berlinesi, a loro dire, a vincere le elezioni con il miglior programma tra tutti. Idee nuove e nate, anche,da giovani altamente scolarizzati, professionisti, informatici, ricercatori.
Passiamo al Cinque Stelle. Il panorama è un po’ diverso. Il movimento è ancora baricentrato sul blog di Beppe Grillo, gestito da Casaleggio & Co, e poi sulla vecchia struttura dei meetup, forum più o meno liberi e più o meno caotici.
Questo movimento, oggi forte emozionalmente del 20% dei voti italiani, si appresta a presentarsi alle elezioni di aprile prossimo senza uno strumento moderno di sviluppo della propria intelligenza collettiva paragonabile a LiquidFeedback. Il programma elettorale del movimento cinque stelle sarà pertanto con ogni probabilità scritto in un retrobottega della Casaleggio e Associati?
Questa polemica è da tempo presente nelle file del Cinque Stelle. Da circa tre anni molti chiedono il superamento dei meetup, e ora si sta formando una coalizione interna per l’adozione di LiquidFeedback.
Un ambiente molto bello ma anche molto delicato, quanto ad amministrazione trasparente e imparziale (l’admin controllando le regole può “far” politica). Che, quindi richiederebbe una “terza parte” a fiducia condivisa tra tutti. E Casaleggio non pare a tanti rispondere a questo requisito.
La posta in gioco va però oltre, molto oltre, i personalismi di questo o di quello. Sul piatto c’è l’evoluzione di una generazione di italiani in politica. Il connesso rinnovamento della democrazia e, forse, il futuro della Repubblica.
O si imbocca subito, e seriamente, la strada dell’intelligenza collettiva partecipata oppure saranno dolori. Forse simili a quelli degli anni 70.
Per questo invito caldamente, da non grillino, Casaleggio a farsi da parte nel suo ruolo attuale. E, al contrario a contribuire alla nascita e alla fioritura dell’intelligenza collettiva politica in Italia.
Sono stato uno dei co-organizer del Meetup di Potenza Amici di beppe Grillo. Sono arrivato alle stesse sue conclusioni nell’arco di 6-7 mesi di totale incertezza all’interno del M5S. Le regole non sono state mai chiare sin dall’inizio. Il controllo da parte dello staff di Beppe Grillo credo che sia dedicato quasi esclusivamente alle città più importanti. Essendo iscritto a più Meetup le assicuro che la periferia è lasciata in dubbi operativi molto gravi. Il Forum del M5S è ignobile in quanto a usabilità( ma credo che sia voluta questa cosa da parte di Casaleggio). Per quanto riguarda il Meetup come piattaforma credo che abbia nuovamente ragione, il problema più grave è che chiunque può scorrazzare all’interno di esso e l’unico modo per fermarlo sia il ban con le successive polemiche agli incontri fisici. Il Meetup mi sembra più adatto per gruppi che hanno uno stesso hobby in comune, non certo per la politica!
Spero che ci si doti subito di qualcosa come LiquidFeedback o ci sarà , a mio avviso, un ritorno a percentuali più basse di quel 20% tanto paventato.
La saluto
Dimenticavo la questione sull’uso del Simbolo che si può ottenere tramite una certificazione solo prima delle elezioni. Su questa questione è davvero un’assalto alla diligenza con creazione di siti web, pagine facebook,creazione di meetup senza nessun controllo. Sono così tante che le segnalazioni sull’uso abusivo del logo vengono ignorate perchè lo staff di Grillo non ce la fa a controllarle tutte.
Il simbolo del M5S è di proprietà di Beppe Grillo!
Grazie del commento e della testimonianza. Che collima quasi perfettamente con quanto ho potuto ascoltare a Ferrara, in occasione di un incontro su LiquidFeedback.