Il ventiseiesimo vertice (fallito)

Rassegniamoci. Dopo l’esito del vertice di Bruxelles di ieri (ben descritto da Adriana Cerretelli sul Sole) c’è solo una remota speranza che a fine giugno i mitici eurobond possano sbloccare la situazione. Rassegnamoci a una lunga crisi, e a un perdurante rischio Grecia.

Oggi però, e per la seconda volta, le piazze finanziarie europee si sono mosse in modo strano, controintuitivo. Sono cresciute, nonostante il ventiseiesimo fallimento consecutivo di un vertice europeo.  Sono slite perchè qualcuno si appresta a produrre qualche project bond, qualche riallocazione di fondi strutturali o maggiori capitali alla Bei? Oppure perchè la vera, non detta, misura decisa (e non da un vertice) ha riguardato al Bce, e il suo firewall?

Vedremo. Comunque ieri la geografia politica europea è cambiata. Comincia l’era di una Germania che gioca da sola, e non più in tandem con la Francia. Sarà un bene o un male? Tutti sono prudenti. In passato una simile contrapposizione portò a immani tragedie. Oggi, e ha ragione Monti, è meglio usare l’arma della persuasione.

A patto di essere protetti, tutti, da un crollo a catena. Germania compresa.

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