Il vertice del firewall

Ma che strano. Mentre oggi il commissario europeo Karel De Gucht gridava al lupo al lupo, parlando di crisi dell’euro imminente, e di un misterioso firewall d’emergenza in fase di studio alla Bce per arginare l’impatto devastante di una Grecia sospinta fuori dall’euro, oggi qualcosa di insolito è successo sui mercati.

Le piazze “disastrate” di Atene e Madrid hanno guadagnato un rialzo, Milano è rimasta sostanzialmente in pari, piatta Wall Street e invece hanno perso Londra e Tokio.

Il contrario di ogni aspettativa.

Strano, come se Atene, Madrid e Milano fossero state “privilegiate” da qualcuno o qualcosa che ha comprato bond e azioni bancarie. Un qualcuno che magari non voleva che il g8 cominciato oggi si aprisse sotto l’infausto auspicio di un altro crollo europeo, di un baratro sempre più vicino.

A camp David, di fronte a vertici della Casa Bianca, della Fed e del Fmi estremamente preoccupati che la crisi dell’Euro degeneri in una recessione Usa e poi in una depressione globale.

Karel De Gucht è un “falco”. Per il fiammingo la Grecia dovrenne essere completamente allineata o fuori dall’Euro (forse dall’Europa). Per lui è gioco facile, insieme alle rivelazioni sul firewall in costruzione, parlare di “entrata in un percorso che, nelle prossime settimane, nessuno sa come andrà a finire” e di “sangue freddo da mentenere”. Messaggi , neanche tanto in codice, per bloccare ogni sconto alla Grecia (in discussione al G8). Di fatto siamo pronti al vostro fallimento, dice, abbimo già il firewall di protezione. Quindi rigate diritto.

E invece oggi lo strano andamento dei mercati ci fa sospettare che il firewall già ci sia, e sia in atto. Che l’ennesimo crollo sia stato arginato da mani forti proprio su Atene, Madrid e Milano. Mentre a Londra sono state punite proprio le banche più speculative.

Evidentemente Mario Draghi non è Karel De Gucht. Il suo mandato resta (e si spera resti) di mantenere nell’Euro Atene, Madrid e Milano. E di difendere l’Europa.

La mia ovviamente è un’ipotesi. E un’elogio a quel che serve: un po’ di buon senso comune.

 

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