Le risposte dei 5 stelle

Devo dire che per una volta concordo con Beppe Grillo. L’affermazione del cinque stelle in Italia ha nei fatti scongiurato il pericolo di un rigurgito nazista (greco) o fascista (Francia).

I giovani grillini (e ne conosco uno in consiglio comunale a Milano) sono ordini di grandezza meglio di qualche vecchio fascio urlante facilmente riciclatosi sull’onda della crisi europea.

Il problema, come sempre, è il governo, governare. A quota 10% in molti casi i grillini ci sono. Quota importante, vicina alla soglia di impatto effettivo sulla democrazia italiana.

Chi li ha votati vorrebbe però ora, insieme alla pulizia di una classe politica in gran parte fallita, risposte concrete sul disastro italiano.

E su queste, se fossero percepite come credibili e positive, il movimento cinque stelle potrebbe crescere al 20% e persino oltre (considerando che è l’unica forza oggi a riattrarre astenuti e giovani, e questi ormai vanno oltre il 30% dell’elettorato).

Risposte: si tratta, in pratica, di attuare quanto un’enormità di persone, su questa rete, sostiene da anni. Grillo compreso.

Risposte.  Ne scelgo una, forse il filone principale. Recuperare risorse da quanto ci viene rubato (circa il 25% del Pil) per investire queste preziose risorse (almeno in parte)  in produzione di futuro (sostenibile). In modo di farle ritornare accresciute, in lavoro, ambiente e qualità di vita.

Continuare a spingere il fotovoltaico, il solare termico, il geotermico e l’efficienza energetica fino alla loro grid parity, tenendo ferme le politiche industriali e di ricerca, locali e nazionali, per filiere produttive italiane.

Dare priorità uno a questo, e destinarvi le risorse generate dalla legalità. E dal controllo democratico sugli amministratori.

Se il 5 stelle riuscisse, per ipotesi, ad arrivare al rango di forza di governo, mettiamo persino al 30% (e con gli astenuti abbiamo visto che è possibile)  e riuscisse, a nome dell’Italia, ad aprire un serio negoziato con l’Europa (magari mettendo sul piatto l’uscita dall’Euro) per ottenere, per esempio, un eurobond (o project bond) per lo sviluppo di nuove e grandi energie rinnovabili redditizie (per esempio la mostruosa quantità di energia geotermica esistente nel Tirreno), non sarebbe un’indicazione, una risposta?

Che senso ha restare nell’euro condannati al Fiscal compaq senza avere, sull’altro piatto della bilancia una credibile strategia di sviluppo? Senza progetti?

Pensiamo a quanti cervelli verrebbero mobilitati in ricerca e sviluppo di nuove tecnologie per il geotermico offshore. Quanto di questo know-how verrebbe esportato (a partire dalla Grecia, che nell’egeo ha condizioni geotermiche simili). Quanta energia a basso costo ridurrebbe a loro e a noi la bolletta energetica e consentirebbe appieno la mobilità elettrica. E senza centrali nucleari. Quanto trainante per l’intera economia e società italiana (quantomeno per il senso di avere una speranza)  sarebbe tutto ciò?

E’ possibile. Qualcuno già ci sta provando.  I soliti piccoli imprenditori di coraggio. Ma tra difficoltà enormi (soprattutto finanziarie).

Non certo Eni o Enel. E non parliamo della lobby nuclearista, che ha impazzato fino a un anno e mezzo fa, bloccando ogni alternativa.

Però , eppur si muove (direbbe Galileo), questa grande frontiera italiana esiste. E’ incisa nel nostro mare. Basta guardare una cartina geologica. Ci permetterebbe di produrre energia per noi, e tecnologie per tutti . E uscire da questo stato disastroso di debito, schiavitù finanziaria, fuga all’estero dei giovani.

Aprire una nuova frontiera, a tanti livelli, dal solare e geotermico locale fino al grande sogno alto, ma concreto, mettendo a valore l’Arabia Saudita dormiente che la Madre ha posto nei nostri mari.

Questa risorsa poteva già essere sfruttata da decenni. Risalgono agli anni 80 i primi studi sull’energia del Tirreno. Ma i soliti politici, marionette in mano ai soliti poteri forti dell’energia, misero tutto in un cassetto. E così un paese che avrebbe potuto divenire energeticamente e industrialmente florido fu relegato nella gattabuia del debito pubblico e della dipedenza da petrolio e dal gas di Putin.

Ma oggi, con il barile a 130 dollari, torna prepotentemente in scena il tema dell’autonomia energetica. E non solo dell’Italia.

Per questo l’Europa non solo può, ma deve aiutarci a mettere a coltura questa energia naturale.

E’ la sola risposta concreta che vedo. E spero che oggi Grillo, dismessi i soli panni di accusatore dei partiti, indossi quelli di un coordinatore di azioni politiche reali. Secondo il suo programma originario.

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P.s. Ho pubblicato sulla Settima Mossa (geotermia tirrenica offshore) dal 2007, aggiungendo via via dati e risultanze scientifiche. Ho scritto articoli per il Sole 24 Ore e sono intervenuto a convegni, sul tema. Sono passati 5 anni. Non mi ha cagato nessuno, salvo gli imprenditori di cui sopra. Tutto il sistema che ci sovrasta, evidentemente, è completamente incapace di lavorare sugli interessi e le prospettive strutturali a lungo termine dell’Italia.  La mia ultima speranza sono i suoi giovani. E una crisi che ormai impone visione e sviluppo autentico.

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2 Responses to Le risposte dei 5 stelle

  1. beppe says:

    Bello, proprio un copia e incolla. Però, Debora, credo siano in tanti ad aver pensato che erano meglio i grillini dei nazi. Forse non con la tua quasi perfetta “anticipazione” el guru nazionale.