Ormai ho forse capito il prossimo copione della commedia elettorale milanese.
Primo passo. Primarie del centrosinistra. Si presentano Sala, la Balzani e Majorino. La seconda sulla continuità sulla giunta arancione (e i suoi enormi successi), il terzo sull’arancione in quanto tale, il primo sul grande successo (enormemente presunto ma altrettanto divulgato) dell’expo.
Sala viene votato in massa dagli aderenti del Pd (renziano, al netto dei fuoriusciti, tipo Possibile), la Balzani dai Comitati per Milano (alias Limonta), Majorino dalla sinistra più o meno radicale. Sel si divide (o persino si spacca) tra Sala (ala Tajani) e Majorino (candidato originario).
Alle primarie arrivano quatte quatte le truppe di Comunione e Liberazione, con Lupi in silenzioso ma fattivo monitoraggio. E quel che c’è di Ncd a Milano. Votano con le idee oltremodo chiare.
Vince Sala (ma guarda). Ma ha comunque bisogno dei voti di Pisapia. Garantisce quindi alla Balzani un ruolo da vicesindaco. E una giunta di (apparente) continuità. Ticket. De Jure o de facto.
La destra si incaponisce su Sallustri. Un candidato di pancia. Il che aiuta i Lupi.
Si vota alle urne. Sala vince e fa la giunta, secondo accordi (renziani): Balzani, Tajani, Rozza, Maran (ambedue ala penatiana Pd, immarcescibile) , forse anche Benelli (nonostante risultati molto deludenti) e al posto di Majorino sulle politiche sociali arriva un assessore nuovo, ma vicino a Cl.
Fin qui la mia ipotesi su una giunta del Nazareno. Vi piace?
Cinque anni di rinnovamento di Milano buttati via.
> Vi piace?
No.
E l’ opzione B (Sala non vince) ancora meno.
Nel tuo commento c’è tutto il problema. Appare un gioco senza alternative.