Il New Deal nascosto di Obama

Cito integralmente dal Sole 24 Ore, perchè ne vale la pena ed è una fonte non sospetta:

Secondo il Centro studi Confindustria “Gli Usa battono l’Eurozona con politiche di bilancio pubblico piu’ espansive”. Il Csc ricorda che il Pil Usa nel 2014 ha superato del 10,1% il livello pre-crisi, quello dell’Area euro e’ stato dello 0,9% inferiore. Cio’ – si legge in uno studio di Alessandro Fontana e Matteo Pignatti – e’ spiegato anche dalle diverse politiche di bilancio adottate. Tra il 2007 e il 2010 gli Stati Uniti hanno finanziato in deficit uno straordinario aumento della spesa pubblica”. In particolare, “negli ultimi tre anni si e’ ampliato in modo consistente il differenziale di crescita del Pil tra Area euro e Stati Uniti: il tasso di crescita medio negli Usa e’ stato del 2,3%, nell’Eurozona di -0,1%. Le diverse politiche di bilancio forniscono una importante spiegazione del divario tra le performance economiche: la politica statunitense e’ stata molto piu’ espansiva di quella europea per tutta la durata della crisi. In aggiunta, il rientro del deficit, negli Stati Uniti, e’ stato avviato davvero solo una volta consolidata la ripresa, al contrario di cio’ che e’ avvenuto nell’Eurozona”, si legge nello studio.

“Negli Stati Uniti e’ stato forte il contributo alla crescita del Pil della spesa pubblica, soprattutto nella fase iniziale della crisi: +53,1% a prezzi costanti nel 2010 rispetto al 2006, ultimo anno precrisi, pari a 13,6 punti di Pil”, afferma il CsC. “Il parziale rientro del deficit, invece, e’ stato ottenuto mantenendo ferma la spesa reale e incassando maggiori entrate grazie alla ripresa dell’attivita’ economica: +32,3% nel 2014 sul 2009 a prezzi costanti (di cui due terzi a partire dal 2012) ma mantenendo l’incidenza sul Pil al 33,3%, stesso livello dell’ultimo anno pre-crisi. Al contrario – sostiene lo studio – nell’Eurozona, l’incidenza delle entrate fiscali e’ cresciuta di 1,9 punti di Pil rispetto al 2007, ultimo anno precrisi”.

“Straordinario – sostiene quindi il Centro studi Confindustria – e’ stato l’aumento della spesa sociale negli Stati Uniti: +72,0% nel 2013 sul 2006, a prezzi costanti, piu’ del doppio dell’Eurozona (+33,4% tra il 2014 e il 2007)”. Secondo il CsC, “se il governo Usa avesse lasciato crescere spese ed entrate pubbliche al trend pre-crisi, il Pil americano sarebbe sceso di 2,4 punti percentuali in piu’ l’anno nel triennio 2007-2009 e poi sarebbe salito di 2,2 punti all’anno in piu’ nel triennio successivo. Peraltro, e’ probabile che il recupero sarebbe stato piu’ lento e comunque incompleto rispetto a quello calcolato meccanicamente, perche’ la maggiore caduta del Pil avrebbe ridotto il potenziale di crescita Usa.

Nell’Eurozona, con l’esplodere della crisi dei debiti sovrani nel 2010 – precisa lo studio – la scelta e’ stata di imporre l’aggiustamento dei conti pubblici: in questo modo – conclude il CsC – i paesi della periferia euro, con i disavanzi e i debiti piu’ cospicui, sono stati costretti a rientrare in modo repentino, contestuale e con enormi manovre correttive. Gelando quei germogli della ripresa che gli Usa hanno saputo proteggere”.

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Togliamogli l’etichetta di provenienza e questo studio un tempo sarebbe stato etichettato come di sinistra, anzi di estrema sinistra. E’ la più potente critica, nei fatti, a un neoliberismo becero che ha fatto enormi danni all’Europa e all’Italia. E la critica viene dalla patria del neoliberismo.

Complimenti agli economisti del Centro Studi Confindustria. E al mio amico Luca Paolazzi, da sempre al top della mia stima. Perchè qui, finalmente, si sfata un mito. Che la ripresa Usa sia stata spinta solo da una grande infusione monetaria, che ha avvantaggiato massicciamente e in primis la finanza globale.

Così non è stato. Il quantitative easing della Fed si è accompagnato a un massiccio impulso di spesa pubblica, pari a ben 13 punti di pil dal 2006 al 2010. E una straordinaria spinta sulla spesa sociale, cresciuta del 72%.

In pratica: la Fed, per stampare dollari, ha comprato debito pubblico federale. E i conseguenti maggiori spazi di bilancio sono stati usati per una manovra di spesa appropriata, che ora si ripaga in termini di maggiori entrate fiscali.

Per l’Italia, per la Spagna, la Grecia e anche la Francia la lezione è chiara. Il neoliberismo dominante in Europa, dal 2007 ad oggi, ha solo peggiorato la nostra situazione. E’ ora che il Qe della Bce vada accentuato e reso permanente. Che incida, congelandoli, su larghe porzioni dei debiti pubblici dei paesi più vulnerabili. Creando quindi spazi di bilancio simili a quelli utilizzati così bene dal New Deal Nascosto di Obama

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