Quindici giorni fa è piovuta sulle nostre teste la solita, scontata, grande notizia. L’Italia invece di andare in positivo è tornata in negativo. I 90 euro del magico Renzi le famiglie se le sono tenute in saccoccia, sacrosanti risparmi precauzionali (con i tempi che corrono comprensibile) invece di spenderli in consumi, come avrebbero allegramente fatto (ora meno) famiglie americane o brasiliane.
Oggi è la volta del Consiglio dei ministri delle briciole. Se va bene tre miliardi, quando l’Italia ne avrebbe bisogno di trenta. Hanno raschiato un po’ di fondo del barile.
Morale, l’Italia continua nel suo segno meno, perde colpi nelle esportazioni e il mercato interno è comatoso. E non c’è politica economica.
Di questo passo questa barca scassata finirà matematicamente sugli scogli della Troika. E saranno i dolori insensati già vissuti da quei paesi.
Benvenuti in Grecia. Una Grecia al quadrato che finalmente farà affondare questa pagliacciata chiamata Europa. Alias impero tedesco. Alias rigor mortis anche per la Francia.
E’ infatti l’Europa, proprio l’Europa, che sta affondando. E non solo l’Italia, con il macigno del suo debito che ha sfondato lo scafo. Viviamo in un mondo demente che ha consegnato le decisioni ai banchieri e agli speculatori. E non a rappresentanti eletti con potestà di decidere sull’euro.
Una moneta folle, in ostaggio dei contribuenti tedeschi e della Bundesbank. Tutta dentro una tecnostruttura, come l’Europa stessa.
In questi termini sarà la discesa comune verso il fondo. A meno di un sussulto.