Vent’anni dopo

Vent’anni fa esatti, sotto i colpi del Psi craxiano e della Dc,  l’Italia stava per fallire. Oggi uguale. Nessuno celebra questo autentico anniversario, questo ciclo storico. Io sì.

L’Istat stima l’evasione fiscale in Italia più o meno al 17% del Pil. Una percentuale con lievi oscillazioni negli scorsi anni. Considerando che da circa 15 anni l’Italia ha un’economia stagnante, i circa 250 miliardi annui di evasione, sono moltiplicabili per 15.  Otteniamo 3.750 miliardi di euri, quasi due  volte (il 97% in più) del debito pubblico italiano, quello che ci sta portando vicino al fallimento.

Se avessimo avuto un governo Monti nel 1992-1994, quindi, molto probabilmente il debito pubblico di oggi non ci sarebbe, sia come ammontare che come pericolosità. E vivremmo in un paese diverso.

Invece gli italiani, in parte non piccola,  hanno dato credito a un imbonitore, che ha lasciato crescere il tumore sociale.

Quest’anno rileggeremo con estrema chiarezza, alla luce dei fatti che avverranno, quantomeno quei quindici-venti anni buttati nel gabinetto.

Pensate ,con 3mila miliardi cumulati, cosa si sarebbe potuto fare non solo per pagare i debiti, ma anche per abbassare le tasse, creare lavoro, consentire la creazione di famiglie, natalità, generare cultura e scienza,  dare forza alle aziende, irrobustire beni pubblici e comuni,  avere Giustizia, ripulire cosche e n’drine (anche quelle del nord), colpire la corruzione, ridimensionare parassiti e Casta, ridarci un po’ di orgoglio di vivere in Italia.

Un imbonitore, con il suo codazzo di furbi, ce lo ha rubato. Oggi, al quasi fallimento, torniamo a quel 1992-94.

Una lezione durata vent’anni. Semprechè la si voglia ascoltare e capire.

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