L’infernale macchina europea

Apprendisti stregoni. Hanno messo in moto una distruzione economica senza precedenti, in un continente intero, senza avere nè le risorse finanziarie nè le istituzioni politiche per controllarla o fermarla. Questi irresponsabili che ci governano saranno puniti di conseguenza. E con loro L’Europa affonderà nelle urne elettorali. Portandoci indietro di un secolo.


Il termine macchina infernale, riferito all’Euro, non lo traggo da un comizio di Beppe Grillo o di Marine Le Pen. E’ invece dell’Economist di questa settimana, riferito da un analista di Berlino. I paesi europei ci sono dentro, intrappolati, ma nessuno, governante o istituzione ha la forza per cambiarla, questa macchina infernale, padrona del nostro presente e futuro .

Un esempio?  Il famigerato Fiscal compact, lo scellerato patto di rigore europeo che Monti ha imposto a un parlamento italiano di zombies terrorizzati dalla crisi finanziaria. Quest’anno, e almeno per i prossimi dieci ci imporrà 50 miliardi di riduzione del debito pubblico ogni dodici mesi. Una follia, un suicidio di massa degli italiani, già boccheggianti, di cui gli irresponsabili rigoristi di Bruxelles e Berlino sono i primi protagonisti.

La trappola europea è infatti l’eccesso di austerità. Non compensata da politiche e risorse di riequilibrio (qui tre proposte del Nobel Krugman). Quando un paese, come l’Italia o la Spagna, viene mandato dritto in recessione profonda, quando viene generato un mercato del lavoro da America Latina degli anni 80, con il 30% di disoccupati tra i giovani, semplicemente le tanto agognate (da lorsignori) riforme strutturali (ovvero la liberalizzazione completa del mercato del lavoro) diviene economicamente e politicamente sempre più difficili. Le devi fare “a secco”, senza contrappesi, un detonatore di esplosione sociale.

Provate a immaginare ammortizzatori sociali zero, formazione per reinserimento zero, ma massicce ondate di licenziamenti di padri di famiglia nelle aziende italiane, oggi. Solo per abbassare i salari (già bassi). Uno scontro sociale nella depressione. Una follia.

Già oggi la recessione da austerità ci è costata 1,2 milioni di posti di lavoro perduti nelle imprese, innumerevoli fallimenti, un calo di domanda automoltiplicativo che ha tagliato il Pil negli ultimi tre anni del 10%.

L’Europa dell’austerità cieca, del fiscal compact, è la madre della macchina infernale. Genero recessione ma non ho nè le risorse nè la forza politica per controllarla, bilanciarla,  e darle un esito. In questo modo i paesi vittima crollano e, crollando, si irrigidiscono ancora di più. Gli acquirenti delle aziende pubbliche da privatizzare spariscono, e così del patrimonio statale in vendita (svendita). Tutto si paralizza, salvo la caduta libera.

E’ assurdo. l’Europa sta violando ogni principio di macroeconomia, e di buon senso. In nome di una teoria dell’austerità patentemente errata.

L’unico forse che sta proponendo (inascoltato dal blocco tedesco) una qualche strategia è Francois Hollande. Un’iniziativa per la costruzione rapida di un governo dell’economia europea, con un superministro stabile.

E nella logica. Un passo verso l’Europa politica (da questo minestrone ormai tossico), prima che l’Europa e l’Euro si disintegrino. Un segnale fatto di programmi di investimento, di sostegno all’occupazione giovanile e alle imprese. Finanziati dalla Bce.

Prima che sia troppo tardi. Prima che sia una lunga deflazione-depressione europea.

Parlano, a vanvera, di ripresa. Ma la recessione, in Europa, infatti non si sta riducendo ma allargando. Nel club a “segno meno” sono recentemente entrati Francia, Olanda e Finlandia. Il Portogallo e la Slovenia sono a rischio default.

Tutto viene coperto, in nome delle elezioni tedesche. Il manovratore, Merkel, non va disturbato con le cattive notizie.

In questo deserto si stanno muovendo vasti soggetti elettorali. In Gran Bretagna il partito antieuropeo (Ukip) ha preso il 25% dei voti alle ultime amministrative. In Italia il Movimento cinque stelle propugna il referendum sull’Euro forte del suo 30%. In Francia il tasso di gradimento di Hollande è al 24%, record negativo assoluto.

E in Germania, anche le elezioni  del prossimo 22 settembre riserverà sorprese evidenti. Il neonato Afd, nato sul tema dell’uscita e smantellamento dell’Euro, potrebbe arrivare al 20%. E la sua sola presenza in campagna elettorale condizionerà la Cdu della Merkel su posizioni via via più dure sull’austerità europea.

Non esiste quindi soltanto una macchina infernale economica in atto, ma anche una macchina infernale politica ad essa connessa. E dalla prima generata. Che tende a paralizzare ogni soluzione politica positiva. Più recessione, più delusione, più rivolta politica e elettorale.

Fino alla frantumazione dell’Europa?

Quindi, o vi sarà una svolta subito oppure, temo, il 2014 sarà il primo di una serie di “anni interessanti” per l’Europa.

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