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Si preannuncia uno scenario di governabilità per alcuni aspetti simile a quello del 2006, quando Prodi dovette governare per due anni e mezzo con una maggioranza di tre senatori. Oltre all’apporto, un po’ spurio, dei senatori a vita.
Chi dobbiamo ringraziare perchè un forza di coalizione socialdemocratica non potrà governare in autonomia l’Italia, stante l’attuale e folle legge elettorale? Grillo, Berlusconi?
No. Un coacervo di politicanti professionisti di estrema sinistra, il solito Di Pietro (ormai con mezzo partito), De Magistris e a seguire…tutti sotto la tinta arancione e la faccia nuova di Ingroia.
La Campania è la vera sorpresa di questo sondaggio. Di Lombardia e Sicilia si sapeva. Ma la Campania sembrava una regione sicura per il centrosinistra. Poi però è arrivata sulla scena la formazione arancione sponsorizzata dal sindaco di Napoli De Magistris e guidata da Ingroia e le cose sembrano cambiate.
La stima Ipsos delle intenzioni di voto per gli “arancioni” è all’11,2 per cento. Un ottimo risultato che consentirebbe di ottenere seggi anche al Senato, visto che in questa arena la soglia è dell’8 per cento. Si deve alla forza di questa lista la debolezza relativa della coalizione di Bersani. Il suo 30,5% non la mette al riparo dalla concorrenza del centrodestra che qui, a differenza per esempio del Lazio, dimostra di raccogliere una quota significativa di consensi, pari al 28,5 per cento.
Nella lotteria del Senato la Campania pesa molto. Dopo la Lombardia è quella che pesa di più con 29 seggi totali di cui 16 vanno al vincente e 13 ai perdenti che qui saranno relativamente tanti visto il numero di liste in grado di superare la soglia di sbarramento.
Così la sinistra massimalista potrebbe favorire a Napoli la vittoria di Berlusconi e impedire al centrosinistra di governare da solo a Roma. Anche nel 2006 si andò vicino ad un esito simile in Campania. Il partito marxista-leninista si presentò contro l’Unione. Prodi vinse, ma per soli 25.000 voti. Chissà se nel 2013 il voto utile darà una mano a Bersani ?
La “rivoluzione civile” avrà un solo risultato: far vincere Monti. Che così, con il suo 8-10% diverrà l’ago della bilancia, forse governerà, di sicuro applicherà la sua visione del necessario risanamento italiano. Molto moderata, all’80% liberista, quindi forse un po’ troppo moderata, non molto attenta all’equità, specie con un paese in caduta libera nell’impoverimento.
E’ un paradosso. La sinistra massimalista, concentrata in una sola regione, può far saltare forse la prima occasione, da molti decenni, di una maggioranza politica definita e stabile di sinistra in Italia. Sarà invece come sempre il gioco delle mediazioni politiche tra borghesia e tecnocrazia di centro e sinistra più o meno popolare.
Peccato che stavolta vi sia poco da mediare. Con un mostriciattolo come il Fiscal Compact europeo (60 punti di pil di debito da toglierci di dosso in 14 anni) ci vogliono spalle larghe, idee chiare, anzi chiarissime e non è consentito guardare in faccia nessuno.
Ci vogliono risultati, altrimenti sarà l’esplosione. E per produrli ci vuole un governo solido.