Magari mi sbaglio. Ma ho la netta sensazione che, con oggi, il giochetto gli funzioni un po’ meno. E la presa sull’Italia cominci a ridursi. Certo, i Warren Buffet e i Lovelace e gli altri speculatori-proprietari delle cosiddette agenzie di rating hanno mosso bene la loro pedina Moody’s. Ha assemblato quattro banalità sull’Italia, spettro di Berlusconi incluso, ha ignorato i passi avanti fatti e ha prodotto a orologeria il solito parametro speculativo al ribasso per i robot finanziari della rete: da A3 a Baa2.
Il tasso di rischio del debito italiano è quindi cresciuto. Messaggio: vendere, vendere, vendere, c’è odore di spazzatura. E magari vendere a termine, senza impegnare un dollaro o un euro, sfruttando un mercato impaurito, a vantaggio dei suoi burattinai, i padroni degli arbitri del mercato. Di cui sopra.
Finanzieri Usa alla disperata caccia di profitto da creare dal nulla, di valore da succhiare, quando in casa c’è la deindustrializzazione, la povertà, e il debito (superiore al nostro). I protagonisti occulti della grande, enorme truffa subprime del 2008. Quando le loro equanimi società di rating assegnavano graziosamente alle banche truffatrici la tripla A assicurata. Al popolo americano questo scherzetto è costato 7,7 mila miliardi di dollari. Se non fossero un impero militare, gli Usa sarebbero oggi in bancarotta.
Per questo Wall Street e Washington hanno tutto l’interesse a scaricare la crisi sull’euro. Per ridurre i costi del proprio, e gigantesco, indebitamento. E il debito italiano è il miglior vaso di coccio, al momento.
Ma questi vampiri hanno sempre meno gioco. Moody’s è sempre meno credibile, anche sui mercati. Ieri l’asta dei titoli di stato italiani è andata sorprendentemente bene, alla faccia loro.
Perchè? Beh, semplice. A furia di urlarci addosso, per spolparci, a furia di vendere, il mercato del debito italiano vede una quota internazionale sempre più ridotta. I delusi, o i seguaci di Moody’s ieri erano in minoranza. E invece sembra crescere la domanda da parte dei cittadini italiani, che hanno disponibiltà patrimoniali mobiliari per per almeno 3mila miliardi di euro. Risparmi in gran parte sudati.
E oggi un titolo al 5%, garantito dallo Stato, con un Monti che è credibile, è di fatto garantito dall’Europa e picchia duro per rimettere i conti in ordine, è un buon affare. Migliore certo di quelle azioni Usa da ottovolante.
E meno rischioso, a ben vedere, di un Bot o Cct comprato nel 2009-2001, con un Berlusconi infoiato nei suoi irresponsabili, tardi divertissement sessuali. E pertanto dileggiato in tutto il mondo.
Oggi, per un risprmiatore, va meglio di allora.
Stiamo piano piano così diventando giapponesi? Che comprano tutto il loro debito, e sono quantomeno al riparo dai vampiri di Wall Street e londinesi (i loro servi sciocchi). Secondo me il trend comincia a orientarsi da questa parte.
In più siamo europei (a differenza degli inglesi) . E ci stiamo faticosamente muovendo verso un’Italia sostenibile. Meno inutile patrimonio pubblico, meno burocrazia, meno evasione. Abbiamo solidarietà, quando qui prima c’era solo disprezzo.
Togliamo quindi ai vampiri i loro giocattolo. Buttiamoli fuori dallItalia. Immunizziamoci. Non facciamoci spolpare (lo spread incontrollati ci costerà 10 miliardi annui, che altrimenti potremmo destinare alla ripresa). Riduciamo, compriamoci e gestiamoci il debito. E andiamo avanti.
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E invece – come spiega Bersani – c’è «nervosismo e preoccupazione»: «Il fatto che l’Italia faccia ogni sforzo e non le venga mai riconosciuto – dice il segretario del Pd – segnala qualcosa di poco chiaro, l’intenzione di attaccare l’euro usando il nostro Paese come leva per scardinare il sistema».
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Ultima considerazione: se l’Italia sta per divenire il nuovo cavallo di troia per far saltare l’Euro, conviene anche all’Europa che il suo debito pubblico divenga sempre meno esposto alla speculazione internazionale.