Dopo il 25 ottobre in positivo

Il passaggio del ridimensionamento dell’articolo 18, ovvero dell’eliminazione del divieto di licenziamento per motivi economici (unico al mondo), mi pare compiuto. Certo, ha suscitato un fronte di opposizione piuttosto vasto, e la Cgil promette lunga battaglia.

L’Italia, messa com’è, ha bisogno di un’ennesima stagione di conflittualità? E su un simbolo, che gioca a nostro sfavore nell’immaginario imprenditoriale mondiale, ma poco a favore di un sistema industriale che sta andando a pezzi, e che licenzia via chiusure e delocalizzazioni di intere fabbriche?

La stagione conflittuale della Cgil potrebbe invece essere utile. Se focalizzasse su due obbiettivi, oggi per noi vitali. Primo. Grazie al doloroso “compito a casa” oggi compiuto ottenere da Bruxelles e dalla Bce le risorse per un significativo programma di investimenti pubblici, tale da risvegliare l’economia. E, secondo, la messa in opera di un vero e efficace sistema di ricollocamento, formazione, flexsecurity.

Su questi due obbiettivi la Cgil e la Fiom possono esercitare un ruolo decisivo, di spinta e di controllo. Possono persino divenire un soggetto attivo, insieme a Cisl e Uil, nel sistema di flexsecurity. Possono proporsi una strategia di evoluzione verso un sistema di relazioni industriali non più solo contrattato ma cogestivo, come mostra il vincente (piaccia o no) caso tedesco.

Se invece sceglieranno la strada del muro contro muro sarà solo un’ennesima stagione perduta per l’Italia.

 

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One Response to Dopo il 25 ottobre in positivo

  1. Dr. Tenebre says:

    C’è il problema che l’economia, a questo punto, non può risollevarsi con investimenti pubblici.