A cinquanta giorni dall’ultimo post la situazione italiana mi pare identica. Da un lato questo povero paese resta incatenato alla vicenda personale di Silvio Berlusconi. Che sta tentando in ogni modo di annullare o ritardare la sua obbligatoria uscita da ruoli politici pubblici.
Esercita pressioni di ogni tipo sul Pd, facendo conto su non pochi compiacenti, e soprattutto sulla forza dei numeri parlamentari, ovvero sulla inesistenza di una maggioranza di governo alternativa.
In presenza di una crisi finanziaria sempre pronta a scattare in caso di elezioni anticipate “emotive”.
Il termine, l’altro termine, dell’equazione maledetta, che ci sta trascinado a fondo, ha due protagonisti: Grillo e Casaleggio. Sipragli a una collaborazione di governo con il Pd? Nessuno. Possibili trattative anche su riforme molto radicali? Niet. Solo un movimento oppositivo di duri e puri che, mese dopo mese, di sta rivelando sostanzialmente inutile.
In questo Grillo e Casaleggio stanno facendo un enorme favore a Berlusconi. E un pessimo servizio anche a gran parte dei propri elettori, che hanno votato cinque stelle perchè molto, o almeno qualcosa facesse.
Niente, siamo nella tenaglia. Che potrà essere spezzata solo da un opportuno, e a tempo debito, ricorso alle urne. Ma prima è essenziale che la legge sia rispettata. E Berlusconi cessi di essere un parlamentare.