1) Il nuovo parlamento vede l’ingresso, e non marginale (163 rappresentanti) , di una nuova generazione di italiani, sotto i 40 anni, in massima parte nativi digitali interconessi tra loro e con le loro comunità.
2) Bersani ha scelto un formula di governo inedita. Basata su maggioranze caso per caso su provvedimenti concordati con il Movimento 5 Stelle. Questo significa che il Governo dovrà governare non a decreti ma con il Parlamento. E il parlamento in gran parte diverrà il punto di sintesi di comunità telematiche deliberative.
3) Leggi e provvedimenti a lungo rinviati, per azioni di lobby o quant’altro, come il conflitto di interessi, la riduzione di costi della politica, il welfare per i senza lavoro, le politiche energetiche alternative diverranno cruciali.
4) Se questo tipo di governo mostrerà caratteri di stabilità, è possibile pensare a una retroazione innovativa anche sul Pd e sulla coalizione di centrosinistra.
Come vedete non tutto il male potrebbe venire per nuocere.
Al punto 1 aggiungerei che i volti nuovi e giovani ora ci sono. Adesso però andiamo oltre: verifichiamo anche competenza e serietà.
e al punto 2 direi che restituire al Parlamento la sua dignità di Istituzione democratica dove dibattere e approvare leggi invece che ratificarle a colpi di fiducia, oggi, in Italia, è quasi rivoluzionario.