Era da diversi anni che non tornavo contento da una manifestazione del Pd. Oggi mi è successo. Ero molto preoccupato dalla campagna elettorale di Bersani, troppo debole. Ma oggi ho ascoltato da lui un discorso comprensibile, e anche piuttosto alto, di progetto e di legislatura. E non le solite menate politiciste sulle alleanze con questo o quello.
Il Pd si muoverà su due assi, ha detto: moralità e lavoro. Finalmente abbimo sentoto l’impagno per plurimi provvedimenti sul primo. E i fondi per il secondo da una diversa linea politica europea (dove i progressisiti stanno vincendo, e potrebbero riuscirci anche in Germania) e dal recupero di quella “risorsa nera” (evasione, corruzione, criminalità, lavoro nero) che assomma per quasi un quarto del Pil.
Mi basta. Sono posizioni semplici e chiare che fanno progetto. E che i tre milioni di partecipanti alle primarie potranno controllare in corso d’opera.
Bersani ha messo una marcia superiore oggi.
Con oggi segno, almeno personalmente, una svolta. Si può fare, si deve fare. E non c’è, di fatto, alternativa (salvo panzane).
La situazione mi pare migliorata.
Il problema non è Bersani ma Vendola.
Se c’è una cosa che il festival di Sanremo ha dimostrato è che il popolo è ben più maturo di quanto lo presentino gli esperti di marketing.
Vendola e Monti devono trarre l’unica conclusione necessaria: è giunto il momento di esplicitare la ragione del loro quotidiano conflitto: l’articolo 18.
Al centro del programma politico di Monti sta l’economia sociale di mercato che a sua volta fa perno su un mercato del lavoro caratterizzato da una flessibilità nordamericana appena corretta da misure di protezione a carico dello Stato.
Alla base di questa impostazione politica sta un’analisi dello stato presente dello sviluppo delle forze produttive mondiali sostanzialmente corretta: non esiste più il terzo mondo da cui drenare risorse per finanziare la rendita multiforme (dalla mafia all’articolo 18 passando per la corruzione).
La competizione economica tra Stati si svolge sulla loro efficienza complessiva, sistemica, dove la rendita deve essere ridotta ai minimi termini perchè finisce per aumentare il costo del lavoro per unità di prodotto: non c’è trippa per gatti.
Questa è la verità e Vendola non può continuare a fare il gatto cieco; non può continuare a difendere ad oltranza l’articolo 18 che appartiene a quel millennio della storia industriale ed economica dell’umanità quando ancora si poteva ciurlare nel manico dei differenti gradi di sviluppo tra paesi ed aree del mondo.
Allora il compagno Vendola è costretto ad una sola azione in due mosse:
1° richieda la precisa definizione di tutte le riforme che saranno attuate per ridurre l’economia nera al 5% del PIL; stroncare la corruzione; distribuire equamente il carico fiscale tra le classi sociali e solo allora conceda in contropartita l’abolizione dell’art.18
2° affidi al principe del liberismo, che è anche l’uomo più intelligente e tecnicamente preparato della attuale scena politica, Oscar Giannino, la supervisione del processo di riforma del sistema Italia che porterà alla sconfitta storica della rendita grazie all’alleanza rivoluzionaria tra capitale industriale e lavoro.
Caro compagno Vendola, rileggiti MARX, apri gli occhi, metti in moto il cervello, aziona i muscoli e vinci le elezioni.
Molto vero, Enrico. Vendola ieri si è dichiarato come custode della governabilità, con l’unica condizione della giustizia sociale. Qu4esta formula lascia tutte le porte aperte al prossimo governo. Se la associamo agli investimenti in lavoro previsti da Bersani, dall’Europa (ovvero liquidità dalla Bce e non solo per le banche) e dal recupero del 25% nero abbiamo un quadro generale compatibile on quello che dici.
Viviamo in un paese in cui si sono chiuse aziende e licenziati lavoratori per mezzo milione, e un altro milione è in cassa integrazione. Il primo obbiettivo e raddrizzare questa voragine, il secondo è agire sulle condizioni del precariato, il terzo è impostare una flessibilità generale moderna a lungo termine, con un mercato del lavoro che funzioni.
Mi pare vi siano delle priorità, soprattutto temporali su cui trovare un compromesso con Monti e Ichino.
Registro con piacere che Vendola ha fatto un passo in avanti; quando mancheranno 4 giorni alle elezioni deve annunciare la candidatura di Giannino a Ministro delle Finanze. Sarà un botto che spariglia le carte e costringe Monti a dichiarare quali sono le intenzioni della borghesia industriale (l’unica classe sociale che nella Storia ha portato a compimento la propria rivoluzione; che poi è stata l’unica.)
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As far as the Euro crisis rucsee attempts go imho is mainly interesting in how far countries like especially Italy and Spain become dysfunctional. A sort of large Greece. This will be the trigger for a lot of things.1. It will become a political disaster to sell rucsee attempts. Rescuing Greece has probably burned half the political capital available for all Euro rucsees. Completely unlikely that the Northern ‘saviours’ will be able to continue this process when there are more countries that basically do what they want because the structural measures cannot be sold/implemented/enforced or wharever.2. Amounts involved. The Greek rucsee basically cost more than the original Greek sov. debt. Next to the fact that this is complete and utter mismanagement if the same would happen with Italy and/or Spain you are talking 1 or 2 Trillion resp. per country.These amounts are not even close available in the present rucsee mechanisms. Furthermore highly doubtful if the North want to increase these with these sort of amounts involved.3. This all will give a lot of market pressure. Yields will go through the roof. And everybody unless part of the national suicide pact between local bust banks and governments will run for the exit. And if the ECB will give a possibility that will be used (effectively to move the risk/loss from financial sector to the mainly German taxpayer).As far as the Euro goes the level of dysfunctionality in relation to the currency and rucsee will largely determine how those things will play out.With at the moment hardly enough capacity for a fully functional and high speed restructuring Spain alone. And it looks unlikely that Spain will be that (given the latest news on bail out requests, bad banks, bankrescue, deficits, unemployment and Catalunya) and that it will be alone. With Monti momentarily at least gone and Berlusconi possibly entering the political stage again, most likely we will see Spain followed by Italy going for a rucsee (and subsequenly a huge rucseecapacity shortage arising). But likely the newsitems will become more frequent and more sausy. Monti is much too dull.